L’incontinenza urinaria, anche se decisamente prevalente non è, comunque, una patologia esclusivamente femminile. Essa può infatti verificarsi nel maschio, soprattutto dopo alcuni interventi chirurgici sulla ghiandola prostatica (più frequentemente dopo interventi di prostatectomia radicale per neoplasia, meno frequentemente dopo interventi di adenomectomia o resezione transuretrale per ipertrofia prostatica benigna) con una percentuale variabile tra il 2.5% e il 65%. Tale disturbo, per lo più legato ad un danno sfinterico può influire significativamente sulla qualità di vita dei pazienti operati. Il protocollo diagnostico prevede:
- l’anamnesi
- la visita
- l’uretrocistoscopia
- l’esame urodinamico
Terapia
- Farmacologica: antibiotici, farmaci che agiscono migliorando il tono dello sfintere striato
- Riabilitativa: biofeedback, elettrostimolazione e chinesiterapia
- Chirurgica: iniezione transuretrale di “bulking agents”, posizionamento di sling suburetrali, impianto di sfintere artificiale.
Anche nel caso dell’incontinenza urinaria maschile, la scelta del trattamento viene adattata al singolo paziente, a seconda della severità del quadro clinico.